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Educare con il laboratorio maieutico

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Questo articolo è tratto da La scuola che ci serve. Maieutica, conflitto, gruppo (a cura di Paolo Ragusa), EdizioniLIR (in coda l’indice completo del libro).

 

di Paolo Ragusa*

Lo scopo della pedagogia maieutica è aiutare a imparare valorizzando al massimo le capacità individuali: utilizzare le tecniche e gli strumenti più efficaci che attivano e sviluppano le risorse personali e un apprendimento reale, duraturo e sostenibile.

La maieutica è un approccio metodologico che si propone di mettere a disposizione degli insegnanti, ma non solo di questi, strumenti innovativi per raggiungere risultati significativi nell’apprendimento scolastico.

Si tratta di uscire dalla logica tradizionale della pura e semplice acquisizione di contenuti, per utilizzare una strategia che parte dalle capacità che i bambini e i ragazzi hanno, sia quelle note che quelle inesplorate. Il dispositivo pedagogico della scuola, ancora ai nostri giorni, si basa sul: “Ti spiego qualcosa che, studiando o applicandoti, dovrai ripetere il meglio possibile”. È una procedura che immutatamente si ripete di anno in anno, di generazione in generazione, fondata sulla lezione frontale; e la sua semplicità, la sua banalità, la sua facilità applicativa sono ciò che consente a chiunque, pur senza alcuna vocazione educativa o particolare attitudine, di trasformarsi in insegnante applicandola in modo più o meno adatto. È proprio questo dispositivo, fortemente legittimato dall’istituzione scolastica che è conservativa di suo, la legittima a sua volta.

L’approccio maieutico, invece si basa su precise condizioni procedurali e dipende da alcuni passaggi: il far fare esperienza; in un contesto sociale di gruppo; affrontando problemi sostenibili in grado di generare competenze, capacità e sapere.

Per realizzare questi passaggi l’approccio maieutico propone il recupero di quelle che la scienza dell’apprendimento ci conferma essere le strategie prioritarie per imparare:

1. la motivazione: la predisposizione di una significativa necessità che spinga una determinazione volta al cambiamento, all’acquisizione di nuove conoscenze e di nuove competenze. La motivazione ha a che fare con il gusto maieutico della fatica e della conquista di nuovi orizzonti;

2. la gradualità, il processo di evoluzione personale che progressivamente si
aggrega dentro l’individuo per la conquista di nuove capacità;

3. la matrice sociale, il gruppo, l’imitazione, la condivisione, il mutuo apprendimento.

ppLa pedagogia maieutica non è una filosofia, o non solo. Sviluppa degli strumenti, in primis rispetto alla gestione del gruppo, dei conflitti, nella strutturazione delle unità formative volte all’apprendimento. L’utilizzo delle domande maieutiche come forma privilegiata di implementazione dell’apprendimento, la valutazione evolutiva che permette a bambini e ragazzi di avere il controllo e l’autocontrollo dei propri progressi, rappresentano modalità che garantiscono efficacia a questo approccio.

Offre una risposta alla crisi dell’educazione, sul piano delle relazioni educative e tanto più sul piano dell’apprendimento, orientando al futuro le difficoltà e offrendo strumenti inediti e innovativi.

Nell’ambito degli strumenti elaborati dalla maieutica il “Laboratorio Maieutico” è orientato a sviluppare la capacità di acquisire apprendimenti che portano bambini e ragazzi a fare da soli e a essere in grado di costruire delle competenze permanenti, non estemporanee né basate su performance puramente ripetitive.

In ambito scolastico il Laboratorio Maieutico si propone come uno strumento didattico per gestire unità di apprendimento, secondo una struttura che prevede una sequenza di passaggi:

– l’individuazione di una situazione stimolo (una domanda emersa dalla classe; un esperimento legato all’argomento da trattare; la presentazione di un concetto utilizzando un effetto sorpresa);

– l’utilizzo di domande, della problematizzazione delle situazioni, del posizionamento di opportuni ostacoli nel processo di apprendimento;

– l’organizzazione di un percorso di esplorazione delle possibilità e di esperienze individuali, in piccolo e grande gruppo;

– l’accompagnamento nel processo di scoperta e la predisposizione di una sintesi di comprensione.

 

* Formatore, counselor, mediatore di comunità e vicepresidente e responsabile delle attività formative del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. È autore del libro Imparare a dire NO. Una guida chiara ed efficace per prendere in mano la propria vita in famiglia e al lavoro, Bur, Rizzoli 2013.

 

Indice di La scuola che ci serve
Prefazione
Una traccia importante nella nostra città pag. 9
Introduzione
Quale scuola ci serve?
Le riflessioni
La pedagogia per l’insegnante è come la scienza medica per il medico pag. 11
di Daniele Novara
Le esperienze
Il progetto CPP a Pesaro pag. 17
di Paolo Ragusa
Fare rete nella complessa istituzione Scuola pag. 22
di Rosanna Marchionni
L’appendice
Pesaro: i numeri di un progetto pag. 28
Parte prima
La maieutica nella scuola
Le riflessioni
Quando la consulenza incontra la maieutica pag. 33
di Paolo Ragusa
Lo sportello di consulenza pedagogica: uno strumento operativo pag. 38
di Marisa Silvestri
Le esperienze
Superare la paura pag. 46
di Cinzia Biagini
Sapere di non sapere: competenti anche nel chiedere aiuto pag. 48
di Marisa Silvestri
Sapere di non sapere: competenti anche nel chiedere aiuto pag. 52
di Claudia Alessandrini
Intervista Doppia sulla consulenza maieutica pag. 54
Marisa Silvestri e Claudia Alessandrini, insegnanti
L’appendice
I Basilari Educativi pag. 56 di Daniele Novara
Insegnare usando i conflitti
Le riflessioni
Il codice pedagogico del conflitto pag. 67
di Daniele Novara
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Saper mantenere una regia pedagogica usando i conflitti pag. 71
di Paolo Ragusa
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Rapporti scuola/famiglia: dal muro contro muro alla coesione educativa pag. 80
di Paola Cosolo Marangon
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Le esperienze
Come si costruisce un Patto Formativo:
l’esperienza nelle scuole dell’infanzia e primarie del Tonelli pag. 86
di Mara Morosini
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Intervista Doppia sui Patti Formativi pag. 90
Nicoletta Lucchesi, genitore, e Cristina Sant’Angeli, insegnante
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L’appendice
Il Patto Formativo del D.D. Elio Tonelli pag. 92
Il Patto Formativo del D.D. Elio Tonelli, progetto di revisione pag. 96
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Le 12 regole per vivere bene a scuola del Comitato dei bambini e delle bambine pag. 97
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Parte terza
Competenti nei gruppi
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Le riflessioni
La classe come gruppo pag. 99
di Paola Cosolo Marangon
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Lavorare tra colleghi facendo squadra pag. 107
di Paolo Ragusa
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Le esperienze
Coltivare la passione per l’insegnamento pag. 112
di Giuliana Ceccarelli
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Il Dirigente come leader educativo di una scuola che sa litigare pag. 116
di Roberto Lisotti
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L’appendice
Il Laboratorio Maieutico.
Come utilizzare il gruppo per imparare. pag. 118
di Paolo Ragusa
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Bibliografia e Filmografia pag. 121
Gli autori pag. 123

 

DA LEGGERE

APPRENDERE FACENDO

Ci sono educatori, genitori, insegnanti che hanno paura dei conflitti, altri che spingono alla competizione nello studio e nello sport. E chi non trova il tempo per giocare e oziare con i bambini. Il cambiamento? Fare della cooperazione pensiero e azione


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